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Vidi grandi piante d’aloè di cui parimente ignorava le proprietà e parecchie canne di zucchero, ma salvatiche, e per mancanza di coltivazione imperfette. Contento per ora a queste scoperte, tornai addietro pensando fra me stesso qual metodo potrei adoperare per conoscere le virtù e prerogative d’ogni frutto e pianta che mi venisse fatto scoprire; ma ciò senza venire a nessuna conclusione, perchè in sostanza io aveva fatte sì scarse osservazioni quando era nel Brasile che conosceva ben poco delle piante de’ campi, o almeno il poco ch’io ne aveva imparato non poteva essermi d’alcun vantaggio nelle mie angustie presenti.

Dal 16 al 18. Nel seguente giorno tenni la stessa via dell’antecedente, ma andando poco più innanzi, ove trovai che il ruscello e le praterie cominciando a mancare davano luogo ad una campagna più boscosa di prima. Quivi trovai diversi frutti e particolarmente grande abbondanza di poponi sul terreno e di grappoli d’uva su gli alberi. Su questi di fatto si estendeano le viti, e i copiosi loro racimoli erano in istato di perfetta maturità. Fu questa una sorprendente scoperta che mi empiè di giubilo, benchè andassi assai cauto nel profittarne. L’esperienza mi aveva insegnato a mangiarne parcamente, ricordandomi tuttora come, allorchè mi trovai su le spiagge di Barbaria, il cibarsi d’uva fosse cagione di morte a molti de’ nostri Inglesi schiavi colà e per effetto dell’uve stesse colpiti da flussi e da febbre. Immaginai ciò non ostante un eccellente modo di avvantaggiarmi di tali grappoli. Consistea questo nel prepararli e seccarli al sole, conservandoli come si conservano le uve secche; pensai che sarebbero per me sane e gradevoli, come furono a mangiarle quando non si poteva averne di fresche.

Passata quivi tutta la sera, non tornai addietro alla mia abitazione: prima notte ch’io passassi fuori di casa. All’imbrunire m’attenni alla mia prima invenzione guadagnando la cima d’un albero, ove dormii molto bene; indi nella seguente mattina procedei innanzi nella mia scoperta, camminando circa per quattro miglia (come potei argomentarlo dalla lunghezza della valle) vôlto sempre a tramontane e circondato da una catena di monti così a destra come a sinistra.

Al termine di questo cammino giunsi ad un aperto ove parea che la campagna declinasse verso ponente, mentre una piccola sorgente d’acqua dolce che sgorgava dal lato della montagna postami a fianco scorreva nell’opposta direzione, cioè verso levante. Questo tratto di